La produzione mondiale di piastrelle sta attraversando una fase di flessione. Questo è ciò che emerge dai dati diffusi nel volume “Produzione e consumo mondiale di piastrelle ceramiche” realizzato da Acimac / MECS.
Il volume racchiude un’analisi decennale completa e dettagliata relativa ad industria, mercato, consumi pro-capite e flussi esportativi in volume e in valore sia per macro-aree geografiche che per i 76 maggiori Paesi produttori, consumatori, esportatori o importatori di piastrelle.
Volendo fare una panoramica generale, il primo dato evidente riguarda la flessione generale del mercato, che ormai rappresenta un trend.
La produzione e il consumo di piastrelle ceramiche a livello globale hanno perso il 3,7% e il 4% nel 2019, scendendo rispettivamente a 12.673 milioni mq e a 12.375 milioni mq.
Tra i grandi Paesi produttori “responsabili” della flessione, c’è la Cina, che al -11% del 2018 ha aggiunto un altro -8,7% del 2019. Allo stesso tempo, l’India ha rafforzato del 10,6% la sua produzione e il Brasile del 4%.
A livello di continenti, l’Asia ha registrato una flessione nella produzione di un altro 5%; anche l’Unione Europea ha una produzione in calo, con un -2,8%. In America la situazione è differente: l’incremento del Centro-Sud America (+2,2%, 1.173 milioni mq) ha compensato il calo in Nord America (-4,9%, 330 milioni mq). L’Africa cresce, con un +5,7% registrato a fine 2019.
Magro aumento anche per i flussi di import-export: solo un +1%, nato dalla contrazione dell’export cinese (in calo costante) e l’incremento degli altri maggiori esportatori come l’India.
Attualmente l’India è il terzo maggiore paese esportatore dopo Cina e Spagna.
L’andamento del 2020 e le previsioni
La produzione di piastrelle 2020 non può non tener conto della situazione sanitaria generale e dell’impatto che il Covid sta avendo sui mercati e sui sistemi produttivi.
Attualmente è ancora difficile stimarne l’effettiva portata, soprattutto perché non si conosce concretamente l’evoluzione della pandemia e l’eventualità di vivere nuovi lockdown.
Dall’indagine è però emerso che, al netto di nuove chiusure, la produzione mondiale di piastrelle potrebbe subire una contrazione intorno all’8,5%, scendendo a circa 11.600 milioni mq.
Se così fosse, si tratterebbe di una flessione più contenuta rispetto alle ben più negative previsioni di maggio, grazie ad un recupero dell’attività a partire da giugno, confermato dalla maggior parte dei Paesi.
La Cina ha dichiarato di contenere la perdita produttiva annua al di sotto del 10%. Previsioni peggiori per Brasile, Messico, Vietnam e Spagna, che prevedono di chiudere il 2020 con un calo oscillante tra il -10% e -20%.
Al contrario, tra gli ottimisti spunta la Turchia che punta a confermare gli stessi volumi di produzione del 2019.
I maggiori gruppi ceramici mondiali secondo Ceramic World review
Non solo Paesi produttori: ci sono dati interessanti anche rispetto ai maggiori gruppi ceramici mondiali, resi noti dalla rivista Ceramic World Review.
La rivista ha aggiornato e divulgato i dati dei 25 maggiori gruppi mondiali produttori di piastrelle ceramiche pubblicando la nuova classifica 2019 per volumi prodotti.
Ecco una breve panoramica dei risultati:
- Rispetto all’anno precedente, restano invariate le prime tre posizioni. Al primo posto c’è Mohawk Industries, Inc che al 31/12/2019 raggiungeva una capacità e una produzione intorno ai 250 milioni mq. Al secondo posto il gruppo tailandese SCG Ceramics, con una produzione 2019 di 166 milioni mq. A seguire, medaglia di bronzo per Lamosa, anch’esso con una produzione 2019 di 166 milioni mq.
- Al quarto posto troviamo Rak Ceramics che ha portato la sua capacità produttiva a 138 milioni mq e la produzione a oltre 101 milioni, grazie anche all’avviamento dello stabilimento per grandi lastre a Morbi (India)
Rispetto all’anno in corso, i gruppi non prevedono cali disastrosi: i valori di perdita sembrerebbero essere compresi tra l’1 e il 10%.