Premier ha particolarmente a cuore lo sviluppo umano dell’azienda: dietro ad ogni successo c’è sempre un team affiatato che lavora con passione per raggiungere un obiettivo comune.
Per questo abbiamo deciso di dare spazio ai protagonisti di Premier, le persone che ogni giorno contribuiscono, con il loro sapere e le loro personalità, alla crescita aziendale. Il protagonista di oggi è Aldo De Stefani.
Parlaci di te. Qual è il tuo ruolo in Premier e quali sono le tue principali responsabilità?
Dal novembre 2017 il mio ruolo in Premier è quello di responsabile tecnico-commerciale per il Sud America.
Il mio rapporto con Premier inizia come cliente, approssimativamente nel 1998, ho iniziato in quegli anni come responsabile del settore di lucidatura e rettifica, nella ceramica ILVA in Argentina.
In quel periodo ho conosciuto il signor Trevisan che ci visitava come cliente 2 o 3 volte all’anno e ci teneva sempre aggiornati sui progressi dei nuovi sistemi e delle nuove tecnologie del settore.
Nel 2013 ho lasciato la ceramica e ho lavorato per un paio d’anni come responsabile di produzione in una azienda dedita alla produzione di contenitori in plastica, ma il mio rapporto con Trevisan non si è mai interrotto.
Nel 2016, sono tornato nell’industria della ceramica dove mi sono prima occupato di un progetto di avviamento di una nuova linea di lappatura e rettifica e poi, dal 2017 ho iniziato la collaborazione con PREMIER.
Come è nata la tua passione? Che percorso di studi hai alle spalle?
Il mio orientamento professionale è sempre stato la meccanica, ho studiato alla scuola industriale e mi sono diplomato come tecnico meccanico. Ho iniziato a lavorare come disegnatore tecnico per pagarmi gli studi, poi è arrivata la guerra delle Falkland/Malvinas e sono stato chiamato sotto le armi e ho dovuto prestare il servizio militare per qualche anno.
Quando sono tornato a casa, ho iniziato a lavorare come disegnatore tecnico in un’azienda chimica e in questi 10 anni sono passato dal disegno all’essere capo turno della manutenzione meccanica.
Sono poi passato alla ceramica ILVA e dopo alcuni anni di lavoro nella manutenzione meccanica, il proprietario della fabbrica mi scelse per prepararmi ad un nuovo lavoro che sarebbe stato la lucidatura del gres porcellanato e fui mandato per la prima volta in Italia…. E da qui, come raccontavo sopra, è cominciato il mio rapporto con Trevisan e PREMIER!!
Perché hai scelto di lavorare in Premier? Quali aspetti della mission e della vision Premier sono più vicini al tuo modo di percepire il lavoro e la crescita professionale?
Dal lontano 1998, ho imparato a conoscere PREMIER e apprezzarla come portatrice di novità nel settore, negli anni ci siamo sempre tenuti in contatto e quando, nel 2017, Piergiorgio Trevisan mi ha proposto di entrare nel team ho subito accettato.
Oggi mi piace molto il mio lavoro in Premier, perché ho l’opportunità di fornire esperienza alle persone che delle aziende clienti che utilizzano i nostri prodotti e collaborare personalmente allo sviluppo di prodotti specifici come richiesto dalle caratteristiche di ogni azienda.
Un punto fondamentale che mi ha sempre fatto apprezzare la capacità di Premier di adattare i suoi prodotti ad ogni esigenza.
Ci sono degli aneddoti particolari della tua carriera che hanno lasciato il segno e che vorresti raccontarci?
Ricordo che alla fine degli anni ‘90 avevamo solo una breve linea di lucidatura con 28 teste presso ILVA ceramiche, avevamo iniziato a lucidare porcellanato tecnico circa 1 anno prima. L’azienda ottenne rapidamente un contratto per esportare negli Stati Uniti, era necessario aumentare la produzione
Per accrescere la produttività abbiamo posizionato all’inizio della linea 2 teste satellite, ma la produttività continuava ad essere insufficiente.
Durante una visita, ho esposto il problema a Piergiorgio Trevisan e lui mi spiega che regolando delle viti sulle teste si poteva fare in modo che i satelliti asportassero più materiale e quindi che la produttività aumentasse.
Detto fatto, Piergiorgio si è rimboccato le maniche della sua impeccabile camicia bianca e insieme abbiamo effettuato la regolazione corretta… è stata una lotta contro il tempo, perché quel pomeriggio aveva l’aereo per ritornare in Italia.
Abbiamo lavorato a tempo di record e Piergiorgio è ripartito senza quasi lavarsi le mani e con la camicia bianca irrimediabilmente compromessa… ma non ha perso l’aereo!!
Basta parlare di lavoro… Hai degli hobby e degli interessi particolari? Cosa ti piace fare quando non sei in Premier?
Da bambino ho giocato molto a calcio, dopo l’adolescenza ho giocato a tennis, poi, verso i 40 anni ho trovato lo sport che mi piaceva e mi ha appassionato per molti anni “la bicicletta” questa passione mi ha portato ad allenarmi molto e con grande sacrificio perché dopo il lavoro c’era poco tempo per pedalare, molte volte mi allenavo di notte con il pericolo che comporta e poi il sabato o la domenica a correre una gara.
Dopo 10 anni di corse ogni fine settimana mi sono liberato del desiderio di competere e oggi mi godo il ciclismo come hobby.