Stando ai primi dati, il 2021 può essere l’anno dell’inizio di una ripresa per il comparto delle macchine per ceramica. Per via della pandemia, i costruttori italiani di attrezzature per ceramica hanno subito una pesante flessione di fatturato: il 2020 si è chiuso con un -18% di ricavi rispetto al 2019 e con un -36,6% di vendite sul mercato italiano. A pesare è stato anche il calo dell’export: -13% rispetto all’anno precedente.
Il centro studi Mecs-Acimac ha analizzato i primi dati del 2021, testimoniando che il campione di imprese tenute sotto controllo sta lentamente registrando una ripresa. Questo anche perché il settore ceramico, in generale, sta ripartendo a livello globale, con una produzione tornata a regime in diversi Paesi.
Stando alle interviste di Mecs-Acimac, circa 9 aziende su 10 hanno, ad oggi, dichiarato di vivere in una condizione di stabilità o aumento delle vendite sul mercato interno, ma con una frenata dal punto di vista dell’export.
Non mancano, però, alcune difficoltà emerse nella prima parte del 2021, legate principalmente al costo degli approvvigionamenti delle materie prime come il cobalto.
“Già nei dati consuntivi di fine 2020 – ha dichiarato in una nota Paolo Mongardi, presidente di Acimac – emergeva che la fine dell’emergenza Covid potrebbe coincidere con la fisiologica ripresa del settore macchine per ceramica, dopo due anni di investimenti modesti da parte dei clienti. Sebbene la prudenza sia d’obbligo, per quanto riguarda l’andamento 2021 quello che era un auspicio in questo primo trimestre ha visto i primi segnali di conferma”.